Io sono qui, Angie King, Heloolabooks, 2025

 Il mistero di una scomparsa, un thriller, il motivo per cui, senza nulla sapere, ho scelto il romanzo di Angie King.

In realtà questa storia è molto molto di più.

Mia, l’io narrante, geniale ragazzina di 20 anni, “adora tutto ciò che riguarda il multiverso o i viaggi nel tempo”, filosofia della musica e programmazione algoritmica: Locke, Bach e K Pop vs Prokofiev, Sartre e il Jazz rap.

E’ dalla sua prospettiva dalle mille sfaccettature, attraverso il continuo dialogo all’interno della sua mente che scopriamo a poco a poco quali sono i veri temi di questo racconto.

Entriamo allora nelle dinamiche di una famiglia multirazziale, tre figli, due gemelli, due facce di una medaglia e un ragazzo prigioniero di una importante disabilità, che lo isola dal mondo impedendogli di comunicare.

Col susseguirsi delle pagine, si entra nell’esistenza di ciascuno dei protagonisti e ci si rende conto di quanto il nostro sguardo sia sempre, inevitabilmente offuscato dal pregiudizio: di genere, razza, soprattutto disabilità: perché siamo portati a pensare che chi è incapace di comunicare sia anche incapace di pensare. Perché l’abilità nell’esprimere e argomentare il proprio pensiero è abitualmente considerata un indice di intelligenza.

Amore, legami familiari, un’estenuante inseguire la felicità alzando via via la nostra personale asticella.

Alla fine di questo viaggio intimo non siamo più tanto interessati a risolvere il mistero di una scomparsa perché il labirinto ci porta alla mente di quel ragazzino prigioniero del suo corpo, che cerca disperatamente di gridare al mondo: IO SONO QUI.

“Ricordo la rabbia e il tremore e lo sgomento.

Cupo e pesante, le lacrime atroci,

Nelle orecchie nuove voci.

Della fine dell’isolamento e’ giunto il momento.

Sono felice d’essere qui.

Dove non ho terrore.

Il terrore lo abbandono.

IO SONO QUI IO SONO QUI

Una dichiarazione di esistenza così semplice che non dovrebbe essere necessaria a nessun essere umano.”

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