Rules of Civillity, La buona società, di Amor Towles, Neri Pozza Editore 2011

“In questo senso, la vita più che un viaggio è una partita di Honeymoon Bridge. Quando abbiamo vent’anni, e ancora tutto quel tempo davanti, tanto di quel tempo che sembra bastare e avanzare per cento indecisioni, per cento visioni e revisioni, prendiamo una carta dal mazzo, e dobbiamo decidere su due piedi se tenercela e scartare la seguente, o se scartare la prima carta e tenere la seconda. E prima che ce ne rendiamo conto, il mazzo è finito e le decisioni che abbiamo preso plasmeranno le nostre vite per i decenni a venire.” 

A parlare in quest'epilogo è Kate Kontènt, l'io narrante, colei che con il suo personale sguardo di figlia di immigrati russi, dipinge un quadro pieno di luci abbaglianti e sfumati chiaroscuri, rivivendo quel periodo magico della giovinezza con il distacco della maturità. 

Kate ci fa fare un tuffo in una New York che oggi appare lontanissima, quella del 1938, un posto in cui tutto è possibile, sogni, grandi opportunità, ma anche repentine, dolorose cadute. 

Il suo è l'atteggiamento di una donna che è ormai arrivata in cima alla scala sociale, che tantissimo ha avuto, lasciandosi alle spalle qualche rimpianto, tra tutti quello di un grande amore non vissuto.

E' solo dopo decenni, in una notte del 1966, che Kate si ritrova per caso a rivivere quei giorni lontani in cui la vita era un caleidoscopio di emozioni, nuove amicizie, infiniti sentieri da percorrere. 

A quel periodo permeato di passioni e idealismo riporta il suo sguardo di ragazza, dettando il suo ritmo alle pagine che scorrono lievi,  in sottofondo i suoni di orchestre jazz, la voce struggente di Billie Holiday che canta Autumn in New York e il chiacchiericcio di un gruppo di giovani che si muovono nella buona società. Alcuni di loro ne fanno parte per nascita, altri ne entrano e ne escono perchè a quel tempo, in poche ore, tutto poteva cambiare.

Ed ecco dal mazzo di carte uscire il protagonista di quei ricordi struggenti: Tinker, Theodore Grey, il bellissimo, elegante giovane uomo, banchiere di Wall Street e emblema di quelle Rules of Civility che da George Washington dettano attitudini, educazione e comportamenti nella buona società americana. 

Tinker riemerge dal passato di Kate riportando alla luce l'amaro delle storie mai vissute fino in fondo: una sliding door aperta e subito richiusa.

Quando i due si incontrano all'inizio del racconto, Tinker vive al Beresford, il sontuoso grattacielo, 22 piani con terrazze, al 211 di Central Park West ed il motto che si legge nell'atrio, FRONTA NULLA FIDES, non fidarti delle apparenze, è un po' la chiave di lettura della sua esistenza..

E' un piacere assaporare queste pagine, l'atmosfera brillante che ne traspare, la scrittura piena di grazia, perfetta nel descrivere un mondo, una civiltà al suo apogeo, prima del disastro della seconda guerra mondiale, ma soprattutto l'intrecciarsi di vite e sentimenti, Tinker, Eve, Wallace, Dicky, Anne, esistenze in una vorticosa girandola piena di colori, vite scandite da piccoli irrinunciabili riti, la perfetta purezza di un cocktail Martini, trasparente come l'acqua.








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